Sapete che ogni tanto non riesco a fare a meno di scrivere di getto quel che mi passa per la mente e nonostante sia una persona estremamente positiva, mi sono accorta che qui non sempre riesco a trasmetterlo a parole perchè, un po' per la psicanalisi e un po' l'intimità che si crea tra me e la tastiera, dalla mia testa escono pensieri di varia natura, ma quelli che decido di scrivere, sono riflessioni profonde che magari ho fatto mille volte da sola nel corso degli anni.
Mio nonno è morto il 6 ottobre di tantissimi anni fa, io ero ragazzina ma ricordo tutto, compreso l'amore e l'enorme rispetto che ci legavano.
Si è ammalato di cancro quando ancora questa malattia dava speranza di sopravvivenza a pochi fortunati, le cure erano limitate e le conoscenze in campo medico ancora di più, la malattia quindi non ha potuto rendergli la speranza e dargli salva la vita.
L'ultimo periodo nonno l'ha trascorso a casa, circondato dall'affetto dei suoi tanti figli e di noi nipoti, io però, essendo la più grande, posso dire di ricordare quei momenti come se fosse passato solo un giorno e non più di 20 anni.
Il suo calvario è durato un anno e mezzo, ha conosciuto la tristezza e l'ansia più profonda per il timore, dignitosamente celato, di non farcela, e inoltre, ha conosciuto il dolore fino ad oltrepassarne i limiti senza poterlo alleviare in nessun modo; ancora oggi, sotto questo punto di vista siamo molto indietro rispetto agli altri paesi, figuriamoci nel 1989.
All'epoca il mio paese era piccolo e manchevole di tantissimi servizi, la farmacia non era fornita come adesso e l'ospedale, capace di far fronte a parologie serie, era molto lontano, ore di macchina su strade vecchie e contorte come la vita di una persona che muore.
La mattina del 5 ottobre, ultimo giorno di vita di mio nonno, lui "riposava" nel letto di casa sua e a turno gli tenevamo la mano con l'intento nobile di accompagnarlo, per un piccolo tratto, in quel percorso che ci avrebbe portato a non vederlo mai più, con la volontà da parte di tutti noi, di regalargli come ultimo gesto d'amore, il distacco più dolce possibile.
Non parlava da giorni ma sentiva e capiva tutto, magro da fare impressione e mi colpiva così tanto quel collo invisibile dentro uno dei suoi pigiami, ogni giorno sempre più grande.
Quella mattina la farmacia si trovò sprovvista di un catetere particolare che per mio nonno era indispensabile, così, un errore durante i normali ordini da parte del farmacista costrinse mio zio G. a prendere la macchina, fare 20 km, raggiungere il piccolo ospedale di zona, l'unico nel raggio di 100 km e farsi dare, in tutta fretta e per cortesia, quel benedetto catetere perchè nonno nel mentre aspettava.
Passano le ore e niente, il catetere non arriva ma in compenso arriva una telefonata che ci comunica che mio zio, rientrando dall'ospedale, ha avuto un incidente con la macchina e che viste le gravi condizioni è stato trasportato all'ospedale del capoluogo regionale.
Quella giornata potete, forse, solo immaginarla.
Purtroppo quando mia zia rispose al telefono, non immaginando di ricevere quel genere di notizia , non si preoccupò di chiudere la porta della camera di nonno, così lui sentì prima un urlo soffocato e poi un pianto incontrollabile che si allontanava dalle sue orecchie fino a non sentirlo più. Sua figlia, nonostante tutto, capì l'errore e nel tentativo estremo di proteggerlo, si rinchiuse nel cucinino a piangere e a telefonare ai pochi fratelli assenti.
Da quell'istante mio nonno iniziò a lacrimare e così morì alle due di notte, era ormai il 06 ottobre.
Padre e figlio non poterono salutarsi ma si rincontrarono due mesi dopo quando il 09 dicembre mio zio G. di soli 34 anni, morì per le devastanti conseguenze del suo banalissimo e solitario incidente stradale.
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Ricordo sempre con affetto tutti e due ma ancora non mi capacito dell'enorme ingiustizia che la mia famiglia ha subito quel giorno, chi ha fede forse trova una logica in tutto questo e magari condivide le parole del parroco che, al secondo funerale, disse che dovevamo sentirci fortunati perchè il Signore aveva voluto al suo fianco due persone della stessa famiglia in così breve tempo...
Il mio rapporto con Dio è sempre stato molto strano, non credo nella Chiesa e ho serie perplessità sull'esistenza di un'entità tanto potente come Dio, troppe volte mi sono trovata a non trovare un senso alle cose, e credere solo perchè bisogna credere, non rientra nel mio modo di essere.
Prendete questo post nel verso giusto, non fatevi inquietare la giornata da quello che vuole essere solo il ricordo di mio nonno visto che ieri era il 6 ottobre e di mio zio G., cuore anima e cervello da cui mio fratello ha preso il nome, la generosità e l'amore per il prossimo.
Una riflessione su Dio, questo è lo spunto da cui partire, non vuol essere niente di più.
Heidi
Mi sono commossa leggendo le tue righe scritte con il cuore. Io non credo in Dio, non ho fede quindi non riesco proprio a capire il motivo per cui una famiglia dovrebbe sentirsi fortunata quando accadono due disgrazie così grosse in così poco tempo...ma mi sembra eccessivo esortare alla felicità, comunque non è questo il nocciolo della questione...credo che tuo nonno abbia ricevuto tutto l'amore possibile, gli siete stati accanto fino all'ultimo momento e questo sono sicura che l'abbia reso più forte e l'abbia aiutato a sopportare quei momenti difficili. L'incidente di tuo zio è stata una bruttissima fatalità ma la vita va avanti, l'amore per lui non muore mai...è così che continuerà a vivere in voi e con voi. Un abbraccio forte forte.
RispondiEliminaCara Heidi, il tuo post mi ha fatto tornare alla mente il dolore che non ho ancora elaborato definitivamente per la perdita della mia cara nonna/mamma. Non è ancora un anno ma la ferita è ancora aperta nonostante sia una persona adulta e lei era già molto anziana, avrei voluto tenerla con me ancora un pò.
RispondiEliminaComunque il punto era un altro: il rapporto con Dio. Io sono credente, credo a una entità che sta al di sopra di tutti noi e che amorevolmente, e dico amorevolmente, ci assiste.
Non so come si chiami questo Dio e che forma abbia, di sicuro non ha la forma della pomposità della chiesa cristiana, nè la crudeltà di altri dei. Secondo me è un padre gioioso e amorevole che accoglie tutti i suoi figli e sa perdonarli perchè conosce la nostra natura.
Questo è il Dio a cui credo. Prova a leggere ciò che scriveva Don Bosco, a me ha aiutato molto.
Sonia
Una storia tristissima, ma ti ringrazio di averla condivisa con noi. Non credo in Dio o qualche altra forma di "disegno" che possa dare consolazione a chi subisce il dolore e l'ingiustizia del Caso... La realtà è spesso brutale.
RispondiEliminaQuesto è un post molto sentito.
RispondiEliminaIo non credo in Dio, non c ho mai creduto e nei momenti di dolore non mi sono mai rifugiato nella fede. La trovo solo un pagliativo, una via di fuga dalle sofferenze inutile.
Un abbraccio
Che dire...le parole che dici sono un ricordo dolce e doloroso di due persone care che non ci sono più...indipendentemente dal credere o meno in Dio.
RispondiEliminaForse anch'io prima o poi riuscirò serenamente a scrivere di mio papà...che mi ha lasciato quando avevo solo 11 anni,ancora ora non riesco..ne parlo,ma parole che restano scritte mi fanno ancora troppo male.
Ciao ciao
Tania
Si crede in Dio quando si sta male. Nessuno crede in divinità quando è felice - o almeno non in modo tanto accentuato come dopo una disgrazia, per esempio - perché allora è una divinità lui stesso, è in armonia con se stesso e il mondo che lo circonda. Ma appena il mondo per qualche motivo diventa più "ostile", tutti cominciamo ad invocare Dio. In fondo, siamo tutti deboli e spaventati, bisognosi di protezione e coccole. Chiamiamo pure tutto elencato - Dio.
RispondiEliminaCara Heidi, non ho potuto trattenere la fortissima emozione leggendoti, e alla fine del post è arrivata anche una lacrimuccia.
RispondiEliminaIo credo di... credere in qualcosa, forse perchè sento di averne bisogno,e qualche volta mi ritrovo a parlare con i miei nonni volati via già da tempo.. ma non capisco, nè riesco a credere alle parole di un parroco che in un momento di dolore così grande e profondo, tenta di spiegarlo invitando alla gioia e al sorriso.. perchè in quel momento non c'è spazio per la gioia..
A presto..
...non ho parole. Quindi taccio.
RispondiEliminaNella mia vita Dio esiste, da sempre. Non lo capisco bene, sai? Però sono sicura che ci sia, a prescindere da tutto.
RispondiEliminaTi abbraccio
Carissima, cosa dire? Non so come mai ho cominciato a seguirti. Nel tuo blog c'è qualcosa di magico. Dio??? Nulla succede per caso, cara Heidi. Proprio nulla. Dio non è come un sovrano che sta là... in cielo per giudicarci. Dio è dentro e fuori di noi. Nella mia vita sono accadute tante cose, alcune bellissime, altre meno belle, ma ogni giorno mi rendo conte che quelle vicende hanno plasmato il mio essere. Un abbraccio.
RispondiEliminaciao, ti capisco e ti sono vicina, non serve dire altro.
RispondiEliminaDurante questo mio luogo trasferimento nel capoluogo campano ho riflettuto molto su queste tue parole che sembrano di getto nonostante il fatto sia accaduto 20 anni fa'. Simo, lo sai ti stimo molto, e proprio per questo che voglio farti riflettere sul fatto che, al di la di Dio, la vita è fatta di alti e bassi. Quello raccontato è un basso, forse il più basso, ma la tua vita è un alto perché hai accanto chi ti ama e che ami. Voglio finire sdrammatizzando, dalle mie parti si dice: poggio e bua (buca in italiano) fan pari. Un abbraccio mia casa Simo/heidi
RispondiEliminaDolce Heidi mi hai toccato il cuore profondamente, riesci a farlo spesso condividendo non solo intimi ricordi ma anche tutta la tua positività ed energia che è sempre evidente. Ti stimo tanto e ancora di più dopo questo tuo post. Anche io non credo nella chiesa e in nessuna religione dogmatica. Non credo in Dio a cui spesso si imputa tutta la benevolenza se siamo fortunati e tutte le colpe se ci capita qualcosa di brutto. Credo nell'amore, quello che mi trasmettono le persone. Credo nella Natura, nell'energia che mi trasmette un vecchio albero o una passeggiata nella mia Terra. E credo nella vita, e son conscia che del suo ciclo faccia parte anche la morte senza vedere nessuna ingiustizia in essa (a meno che la sua causa non sia imputabile ad un uomo o cose riconducibili all'uomo) ne felicità (come il prete della tua storia). Grazie per averci dato un'altra occasione di riflessione e di scambio.
RispondiEliminaUn bacione
Giuliedda
Appena ho letto la parola nonno ho pensato inevitabilmente subito al mio morto anche lui qualche anno fa di malattia. Sono cresciuta con lui ed il vuoto che ha lasciato dentro di me è incolmabile, è un dolore che credo non passerà mai. L'unica cosa che mi consola è che ogni tanto lo vedo in sogno (sono l'unica della famiglia a cui succede) e riesco a capire come sta. Guarda,io ho un'idea tutta mia del credo, come penso un pò tutti, non mi riconosco nella chiesa ma credo che un Dio ci sia ma credo sopratutto negli angeli custodi (ognuno di noi ne ha uno) e credo fortissimamente che le persone che ti hanno voluto bene in vita continuino a farlo anche dopo morti e che ti proteggano sempre. Io sono sicura che come mi è accanto mio nonno in questo momento lo saranno anche i tuoi cari.....e parlare con lui ad esempio a me da molto conforto.
RispondiEliminaPer quanto riguarda ciò che ha osato dire quel prete proprio non ho parole.........
Un forte abbraccio
Lety
@ Ellys...
RispondiEliminaMarty hai ragione, l'amore non muore mai anzi cresce ogni giorno di più, in certi casì però questa crescita avviene di pari passo con le mille perplessità che un ateo si trova, chissà perchè, comunque ad avere. Per quanto riguarda la mia famiglia sono certa che di più non avrebbe potuto fare.
Grazie per i tuoi commenti che sono sempre fonte di riflessione.
@ Sonia
Cara Sonia, capisco il tuo dolore e ti sono vicina. Elaborare un lutto importante non è mai facile e inoltre, se per te questa nonna era come una mamma capisco ancor di più la tua sofferenza.
Mi posso solo permettere di consigliarti di prenderti il tempo necessario senza sensi di colpa nei confronti di chi potrebbe non capire.
Voglio anche aggiungere che un po'ti invidio per la tua fede smisurata perchè penso che ti dia la forza giusta per affrontare questo difficile momento, riuscire a credere rimane una grande fortuna.
@ Hydra
E' vero la realtà è spesso brutale e la mancanza di fede rende l'accettazione di ciò che capita ancora più difficile ma sicuramente più razionale. Noto con stupore che chi crede in Dio ha una marcia in più che a me suscita spesso "fastidio" ma non posso fare a meno di prenderne atto.
@ Andrea
Caro Andrea, anche io come ho già detto nel post ho un rapporto molto strano con Dio, potrei far sparire i mille dubbi che ho solo se si palesasse davanti ai miei occhi per dedicarmi almeno qualche oretta a parlare sul divano. Così non è e non lo sarà mai, però non nego che in alcuni momenti sento il bisogno di rintanarmi in una chiesa deserta e saziarmi del silenzio e dell'aria mistica che si respira.
@ Tania
RispondiEliminaTania appena ti sentirai pronta scrivi, vedrai che ti aiuterà tantissimo, comprati un bel diario se non vuoi farlo in altro modo e scrivi, io lo faccio da sempre, ho tanti diari conservati che non rileggo mai ma che mi sono serviti per sfogarmi e elaborare situazioni, preoccupazioni, ansie, piccoli e grandi drammi.
Da quando ho il blog, ogni tanto scrivo qui perchè ci sono domande che hanno bisogno di più risposte per essere capite.
@ Selene
Da sempre ci è stato chiesto di dimostrare a Dio qualcosa, essere brave persone, oneste, altruiste, generose fino alle dedizione totale MA io invece mi chiedo quando e come, lui ,si deciderà a manifestarsi chiaramente e in modo indiscutibile per fugare ogni dubbio.
Sono disposta a credere in Dio quando lui dimostrerà di credere in me in modo inequivocabile.
@ June
Mi dispiace averti scossa, non era mia intenzione ma capisco perchè anche io non riesco a tenere a freno l'emotività davanti a certe storie.
Il parroco in quell'occasione ha dimostrato di essere un uomo insensibile che anzichè confortare una famiglia distrutta ha voluto dare una sua personale interpretazione che si è rivelata di un cinismo unico.
@ Rospo
Il tuo tacere è un discorso bello e buono, per il poco che ci è concesso conoscerci in questo mondo virtuale, ho capito questo.
@ Calzino
Sono felice per te perchè chi crede è indubbiamente più forte, ha qualcosa a cui appigliarsi mentre chi come me ha mille dubbi in proposito, fatica a trovare risposte e le domande diventano spesso montagne insormontabili.
@ Maria
Grazie per il bellissimo complimento.
voglio dirti che credo molto nel destino e che, come te,sono assolutamente convinta che nulla accada per caso, ogni giorno ho conferma di ciò, scelte fatte dopo averle pensate e ripensate, nel tempo si sono incastrate tra di loro come un puzzle. Credo che Dio non abbia molto a che fare con questo,la determinazione e la forza d'animo sono la vera grande forza da cercare in noi stessi per andare avanti.
@ Rifugio
Grazie, un bacione.
@ Ruz
Sei un tesoro, grazie per il tuo commento ma tranquillo era solo un momento di riflessione, sono serena o almeno cerco di costruire la mia serenità con grinta, allegria e tanto ottimismo. Purtroppo la vita a volte è amara ma ci offre in cambio anche tantissime cose belle e piccoli dolcetti da assaporare ogni giorno.
@ Giuliedda
Carissima Giuliè, sappi che ormai sei per me fonte di ispirazione,inoltre, sapere che tutta la tua bontà è frutto solo del tuo essere interiore è un ulteriore conferma che possiamo essere delle bellissime persone anche senza credere per forza in Dio.
Tu sei la dimostrazione vivente.
Ti abbraccio.
Grazie a tutti,
Heidi
@ Letizia
RispondiEliminaMi diapiace profondamente per il tuo dolore e non credo di avere altre parole utili a farti sentire meno male, però, reputati fortunata perchè almeno riesci a sognarlo, a me non capita mai di vedere in sogno persone care che non ci sono più. Credimi è una grande fortuna e sono certa che da ciò riesci a trarne forza e tanta volontà per andare avanti.
Un forte abbraccio anche a te.
Heidi
mi ha commossa enormemente questo post...enormemente
RispondiElimina@ clau
RispondiEliminaCara Clau, purtroppo è la vita e non ci sono alternative.
Ti abbraccio e ti ringrazio per la tua sensibilità.
Heidi
E' un post molto toccante, commovente. Scritto di getto? Forse. Certamente scritto con il cuore.
RispondiElimina@ Balpa
RispondiEliminaMettere in dubbio che sia scritto di getto? Forse mi sono espressa male, avrei dovuto spiegare meglio che prima di scrivere ho avuto una vita e intere giornate per riflettere sull'accaduto e fare tutte le considerazioni del caso, sarei stata sicuramente più precisa. Ritengo comunque di aver scritto di getto, nonostante abbia avuto tutto il tempo per pensare, infatti, ho pensato e ripensato non a quanto scrivere ma solo se farlo o meno.
Grazie per il tuo commento.
Heidi
Dio...argomento così vasto ed affascinante...io ci parlo, ma ognuno vive il tutto a modo suo...certo è che senza fede, oggi la mia vita sarebbe diversa, e non solo la mia...anche quella di una persona che mi è molto vicina..e che senza Dio nelle nostre vite, mi sarebbe forse più vicina, ma nel contempo anche molto lontana...discorsi complicati...forse saremmo più felici, ma probabilmente avremmo creato più dolore...Dio aiuta, io ci credo, noi ci crediamo e...una carezza che sfiori e lenisca il tuo dolore, un abbaccio Heidi. E
RispondiElimina@ E
RispondiEliminaIn effetti è un discorso molto complicato e credo che siano veramente poche le persone che lo hanno bene chiaro nella mente. Sono felice per te se credi a prescindere da tutti i ragionamenti logici ed illogici che si possono fare.
Grazie per il tuo commento.
A presto,
Heidi